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TEMPLARI



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GERARCHIE,
REGULA E
RETRAITS

Corpus Iuris Templi
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L’ordinamento legislativo templare, oggi come ieri 

«L'Ordine Templare al suo interno è basato secondo una scala gerarchica piramidale mentre è caratterizzato da una particolare suddivisione - anche qui gerarchica - a livello territoriale dei vari possedimenti. 

Gli Statuti gerarchici, che furono aggiunti alla regola nel 1165, quando l'Ordine era ormai pienamente operativo, mostrano che la sua struttura rispecchiava quella della società feudale.

Come in un esercito, la gerarchia del Tempio era chiaramente delimitata secondo i gradi e le attibuzioni corrispondenti. 

I Cavalieri, provenienti dalla classe dei proprietari terrieri, indossavano il mantello bianco e disponevano di quattro cavalli. 

L'Ordine è una società iniziatica e per i Cavalieri esiste la seguente scala gerarchica dei Gradi dell'Ordine:

- Cavaliere di San Giorgio (1° grado iniziatico);

- Cavaliere di San Galgano (2° grado iniziatico);

- Cavaliere dell'Arcangelo Michele o Cavaliere Perfetto (3° grado iniziatico).

Poi troviamo la gerarchia militare.

Al vertice vi era il Magister, o Maestro, o Maestro Generale (la dicitura Gran Maestro sarebbe entrata in uso nel XIII secolo ma è poco consona ai Templari), con incarico a vita, assistito nel governo dal couvent (il convento, la camera di consiglio, in pratica un'"adunata"), il Gran Capitolo, una specie di capitolo dei fratres. Il M.G. selezionava alcuni intimi a cui era legato da particolari rapporti di amicizia e fiducia (i compagnons dou mestre) e poi vi era il gruppo degli anziani, veterani Templari cui gli Statuti riconoscevano grandissima autorità. 

Persino il M.G. era sottoposto alle decisioni dell'autorità suprema dell'Ordine, il Capitolo suddiviso in tre specie: Ordinari, che si tenevano ogni settimana; Provinciale (detto anche camera priorale o consiglio privato) che si riuniva ogni volta che conflitti importanti concernenti la vita dell'Ordine nella provincia o nel territorio nazionale venivano segnalati dai Visitatori o dai Commendatari; il Generale, il più importante, tenuto dal couvent del Maestro con la partecipazione dei più importanti Balivi, Sottobalivi e Commendatari, oltre ad un certo numero di Cavalieri eletti dagli altri, secondo un principio di governo collegiale. Si discuteva dell'amministrazione interna dell'Ordine, e serviva da corte d'appello per le controversie sia temporali che spirituali. I casi che non potevano attendere la convocazione del Capitolo erano spesso regolati dalla camera priorale, composta da una parte del convento, dai Balivi e da alcuni Cavalieri scelti per la loro saggezza.

In ambito militare la guida delle operazioni era affidata al Maresciallo e al Siniscalco, mentre la gestione patrimoniale dell'Ordine era compito del Tesoriere. In pratica l'organigramma iniziale delle autorità superiori dell'Ordine, nella sua struttura portante attiva in Terrasanta, si può sommariamente riassumere secondo questo schema:

- Il M.G., comandante supremo e vertice gerarchico dell'Ordine, la sua autorità si esercità su tutte le commende d'Oriente e d'Occidente;

- i Visitatori, rappresentanti del Maestro in ciascuno dei regni dove l'Ordine ha dei possedimenti, specie di Ispettori nominati dal M.G. con il compito di visitare e ispezionare ciascuna provincia;

- il Siniscalco, sostituto del M.G. e suo luogotenente, che doveva subentrargli qualora questi rimanesse ucciso;

- il Maresciallo, capo del versante militare delle attività dell'Ordine. È assistito dal Turcopolier (comandante delle truppe ausiliarie), dal Gonfaloniere (comandante degli scudieri) e dal Sottomaresciallo (responsabile dei "fratelli di mestiere", gli operai);

- il Commendatario (o Comandante) della Terra di Gerusalemme, Tesoriere supremo dell'Ordine, responsabile delle finanze. Questi ha direttamente ai suoi ordini:

- il drappiere, responsabile delle fornitura di abiti e della biancheria da letto;

- i Commendatari delle altre città Outremer (Acri, Antiochia, Tripoli, ecc.);

- i Commendatari delle fortezze e delle commende di importanza minore;

- i Balivi (che avevano la funzione di "sceriffo" derivata dal feudalesimo);

- i Cavalieri del Tempio;

- i Sergenti;

- i Fratelli di mestiere;

- i Turcopoli, i convertiti dall'Islam, le truppe ausiliarie.

- il vessillifero, che aveva l'incarico di portare in battaglia lo stendardo bianco e nero (bauceant o baussant, cioè "bipartito", suddiviso in due colori);

Ogni Provincia aveva i suoi rappresentanti, cioè i Maestri e Comandanti Provinciali, ufficiali al comando delle provincie dell'Ordine (per esempio l'Inghilterra, la Scozia o l'Aragona).

Il Tesoriere poteva essere addirittura un Sergente in quanto nel primo del XII secolo l'educazione media della classe cavalleresca si incentrava sulla pratica militare e saper leggere e scrivere erano considerate attività buone per i chierici e i mercanti.

I Cappellani, erano i preti dell'Ordine. Vestivano pure loro con la mantella bianca con la croce rossa.

Accanto ai cavalieri veri e propri (caratterizzati dal mantello bianco con croce patente rossa sulla spalla sinistra), agivano poi i "sergenti" o serventes, gli aiutanti di battaglia, una specie di sottoufficiali dei giorni nostri, che solitamente non passavano mai nei ranghi degli ufficiali cavalieri. Erano uomini liberi che potevano essere o artigiani o agricoltori. Portavano il mantello marrone scuro e disponevano di un cavallo.

A ogni cavaliere era assegnato uno scudiero. Lo scudiero portava un mantello grigio scuro o marrone e disponeva di un cavallo.

Ancora più in basso nella scala gerarchica dell'Ordine vi erano i fratres lavoratori, privi di compiti bellici e adibiti alle mansioni più umili. I servitori ricevevano vitto e alloggio presso le precettorie dell'Ordine in cambio del loro servizio.

Ognuna di queste categorie era tenuta a rispettare rigorosamente il proprio ruolo gerarchico e qualsiasi trasgressione alle regola, così come qualsiasi indisciplina in battaglia, poteva comportare penalità di diverso grado; gli errori più gravi erano sanzionati con la sospensione potevano portare, in casi estremi, alla perdita della Maison, cioè la "Casa", sino all'espulsione dall'Ordine.

La gerarchia militare appartiene alla Cavalleria che è la branca operativa dell’Ordine. I gradi militari corrispondono ai gradi amministrativi.

Volendo trasporre le varie cariche militari in gradi utilizzati oggi giorno nell'esercito potremmo individuare le seguenti corrispondenze:
a. Sovrano Maestro Generale: Generale d'Armata - Capo di Stato
Maggiore.
b. Alti Ufficiali Membri del Gran Capitolo: Generali di Corpo
d’Armata.
c. Precettori Nazionali: Generali di Divisione.
d. Precettori Regionali: Generali di Brigata.
e. Balivi: Colonnelli e Tenenti Colonnelli (a seconda dell’importanza
del Balivato di competenza).
f. Commendatori di Commenda: Maggiori.
g. Commendatori di Magione: Capitani.
h. Cavalieri comandanti di Casa: Tenenti e Sottotenenti (a seconda
dell’importanza della Casa di competenza).

Infine troviamo un'altra suddivisione gerarchica, questa volta riguarda il territorio. La gerarchia territoriale è prettamente amministrativa e si rifà alla suddivisione distrettuale del territorio:
a. Precettoria Nazionale retta da un Precettore Nazionale (Capo di
Stato).
b. Precettoria Regionale retta da un Precettore (Governatore di regione).
c. Balivato retto da un Balivo (Governatore di provincia).
d. Commenda (urbana) e Magione (rurale) rette da un Commendatore.
e. Casa retta da un Cavaliere.

Nel momento di massimo splendore, la potenza dell'Ordine si manifestava attraverso una fitta rete di precettorie che coprivano capillarmente non solo la Terrasanta ma anche buona parte d'Europa. Per esempio, l'Italia, ponte fra Occidente e Oriente, era interessata dalla presenza templare fin dalle origini dell'Ordine. E quindi, se nei primi anni la Penisola venne gestita dall'Ordine per il tramite di un'unica provincia, appunto l'Italia, già nel 1160 le province erano diventate due: la Lombardia, con sede centrale in Santa Maria dell'Aventino, a Roma, e controllo esteso sul Nord, sul Centro e sulla Sardegna, e l'Apuia, con sede centrale a Santa Maria Maddalena, a Barletta, e controllo sul Sud e sulla Sicilia. Guidata da un Maestro provinciale, ciascuna delle due provincie gestiva la propria rete di precettorie, le quali a loro volta amministravano gruppi più o meno significativi - per dimensione, ricchezza e posizione strategica - di domus ("case") templari o Commende, edifici di culto, ospedali per l'assistenza ai agli appartenenti all'Ordine e ai pellegrini, fattorie o magioni per la produzione di alimenti o l'allevamento di cavalli da utilizzarsi nelle campagne nell'Outremer, ecc.».

L'Ordine Templare è un organismo sovranazionale che gode di una propria sovranità sui proprî beni, anche se, al momento, in via puramente teorica. Il Sovrano Maestro Generale è pertanto equiparabile ad un Capo di Stato.

Il Corpus Iuris Templi

«Andrea Guenna, secondo Maestro Generale del rinato Ordine del Tempio (S.M.O.T.) ed erede di Gianluigi Marianini, ha raggruppato in un unico testo, chiamato Corpus Iuris Templi, l’insieme delle norme alle quali quali i Templari hanno da sempre dovuto attenersi (Regola primitiva e Statuti - i cosiddetti Retraits -); norme che, rivedute ed eventualmente integrate, corrette ed adattate all’epoca in cui attualmente viviamo, sono tutt’oggi valide ed applicabili nell’ambito organizzativo del rinnovato Tempio.

Il volume è liberamente consultabile e, ovviamente, non contrasta né con la normativa italiana né con quella delle altre Nazioni perché ciò che queste pagine contengono è piuttosto un vademecum di regole che contraddistinguono lo stile di vita del vero Cavaliere monaco-guerriero».


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