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APPLICAZIONI PRATICHE CON LA TERRA CRUDA
(1/4)


Nuova cappella funebre
presso Cimitero di Mandrogne (Alessandria)
spazio n° 46 - scomparto III 
in concessione alla Sig.ra Ines Maria ORSI

Progettista: Arch. Gian Luigi Prati
Impresa realizzatrice: Boschetto S.r.l. - di Geom. Fabrizio Boschetto - Cascinagrossa (Alessandria)
Calcolo strutturale: Ing. Andrea Ferrari
Assistenza tecnica: Proff.ri Roberto Mattone e Gloria Pasero Mattone - Politecnico di Torino - Facoltà Architettura


FILMATO 1
FILMATO 2
FILMATO 3
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Struttura: murature portanti in poroton, loculi in c.a. prefabbricati, facciata principale in terra cruda compressa in casseri (pisé) e  blocchi in terra cruda compressa in apposita pressa e stabilizzata con cemento. I telai metallici della finestratura a nastro e delle cornici sono stati realizzati in Corten.


Cappella Funebre

— Facciata —

1. LE CARATTERISTICHE DELLA TERRA CRUDA 

In passato la terra cruda è stata il materiale da costruzione più utilizzato in molti Paesi europei, soprattutto quelli mediterranei, Italia inclusa.

Intere regioni rurali e molti centri abitati cittadini sono caratterizzati da edifici con murature in terra cruda.

Il boom che caratterizzò l’attività edilizia negli anni Sessanta del secolo scorso, comportò l’intensiva produzione a scala industriale di prodotti seriali per l’edilizia tali da semplificare notevolmente il montaggio della scatola abitativa, che si ridusse con l’andare del tempo a una banale combinazione di elementi costruttivi (murature, solai, coperture, …) sempre più standardizzati, che causarono, al contrario di quanto inizialmente prospettato dai grandi Maestri dell’Architettura del Novecento, la nascita disordinata di periferie cittadine o di centri abitati caratterizzati da un bizzarro e sconclusionato skyline, privi di particolari connotazioni oltre che di un qualsiasi criterio di uniformità/varietà dell’ambiente costruito, tipico per esempio di un centro storico. I progettisti, buoni o pessimi che siano, godono così di un'estremo arbitrio progettuale, dando vita a luoghi dai quali si sente forte la necesità di sfuggirvi. Contribuirono a tale scempio, i Piani Regolatori del passato, troppo incentrati su uno zoning costruito “a tavolino” da vecchi urbanisti incuranti delle tipicità del territorio. Se si pensa che a tale problematica si sommarono altri parametri che favorirono un circolo vizioso nel settore edilizio (basti citare lo scellerato sfruttamento da parte di una popolazione sempre più avida di spazi costruiti in economia e in tempi sempre più ristretti, la speculazione edilizia, l’abusivismo, …), risulta assai chiaro come certi materiali con le relative tecnologie costruttive ad essi collegate andarono via via scomparendo.

La terra cruda quale materiale da costruzione di tipo naturale di fattura artigianale, vista come un simbolo della povertà e non adatta alla ricchezza delle generazioni del secondo dopoguerra, subì un progressivo disinteresse che causò l’abbandono della tradizionale tecnica costruttiva tipica della zona della Fraschetta, perduta e sepolta insieme agli ultimi “battitori della terra”.

Il progressivo ritorno in auge, negli ultimi decenni, di materiali bio-eco-compatibili, in parte dovuto ad un fenomeno di tendenza chiamato Bioarchitettura (come se prima di allora si dovesse parlare esclusivamente di architettura non naturale, sintetica), ha premiato la terra cruda sino a porla in cima alla lista dei materiali bio-ecologici. Considerare la terra cruda come materiale prìncipe di questa moda costruttiva venuta dal Nord Europa non è poi così illogico; infatti le qualità di tipo fisico-chimiche intrinseche a questo materiale sano permettono di dotare le strutture realizzate con la terra di pregi notevoli per l’organismo umano (solo per citarne alcuni: la coibenza termica – se utilizzata in spessori elevati –, l’assorbimento acustico, la permeabilità al vapore acqueo, la regolazione dell'igrometria dell’ambiente confinato, la traspirabilità, la filtrazione e la rigenerazione delle sostanze volatili, la capacità di regolare la temperatura interna migliorando l’ambiente indoor). Ma la terra cruda ha altre vantaggiose particolarità: è un materiale disponibile nella maggior parte dei siti di costruzione; necessita di poca energia per l’estrazione, la lavorazione e la posa in opera; è un materiale utilizzato senza trasformazione, quindi naturalmente riciclabile e senza produzione di rifiuti; è un materiale adatto all'autocostruzione.

Alcuni difetti della terra cruda sono: la sensibilità all'acqua, la facilità a polverizzare se le superfici non vengono trattate con fissativi, bassa resistenza meccanica.


battitura pisé  setto in pisé

— Lavorazione del setto in pisé in apposito cassero presso il laboratorio dell'Impresa Boschetto —


2. LE TECNICHE DI POSA IN OPERA E IL RISULTATO STORICO IN FRASCHETA


Per costruire con la terra cruda sono state utilizzate principalmente quattro grandi categorie di tecniche tradizionali: il pisé (ossia la terra battuta nelle casseforme), il bauge (con questa tecnica i muri vengono realizzati impilando strati di terra mescolata solitamente a paglia, senza l’uso di casseri), l’adobe (blocco realizzato con un impasto di terra argillosa con aggiunta di paglia, modellato a mano con un regolo in legno ed essiccato alla penombra del sole), il torchis (un impasto di terra molto argillosa, di paglia, di materiale inerte e di pietrame che si applica su listellature in legno flessibile intrecciato per tamponare la struttura principale portante dell’edificio, costituita da un’intelaiatura in legno). Le prime due tecniche permettono di realizzare strutture monolitiche, la terza tecnica permette l’edificazione con elementi seriali, mentre l’ultima costituisce il completamento di una struttura portante già esistente.

Un’ulteriore sviluppo tecnico di questa tecnica ha portato alla creazione dei BTC (blocchi di terra compressa), prodotti per mezzo di presse meccaniche o idrauliche che lavorano la terra cruda in appositi stampi, modellati secondo le varie esigenze. L’aggiunta di cemento in piccole dosi (3-6-10%), permette di stabilizzare l’impasto e di ottenere resistenze alla compressione e all’usura molto più elevate rispetto ai prodotti tradizionali.

Il ritorno all’uso delle due tecnologie costruttive tipiche della Frascheta alessandrina legate alla terra cruda, pisé e mattoni in terra argillosa pura senza l’uso della paglia, attualmente migliorate all’atto della produzione grazie all’uso di strumentazioni e finiture tecnologicamente avanzate rispetto al passato, è stato un tentativo coraggioso, quasi una nuova iniziazione, che nessuno però osava compiere per primo (…molto meglio rifugiarsi nella produzione di libercoli simili l’uno all’altro, scopiazzati alla rinfusa, ricchi di consigli utili seppur sterili, a volte senza neppure una nuova proposta, una  tesi originale, che permettesse ad un autore di "superare" le edizioni scritte in precedenza).

La costruzione di una muratura di facciata di una piccola costruzione risulta assai più difficile da realizzarsi rispetto a ampie superfici, questo perché le finiture dei vari elementi costruttivi vanno trattate in piccola scala con interventi di tipo artigianale; per contro è possibile rendersi conto della bontà del risultato finale con un unico colpo d’occhio.

Questo passaggio risulta propedeutico ad altri interventi costruttivi che potranno incidere su edifici già esistenti (restauri conservativi, attività di recupero e manutenzioni ordinarie/straordinarie), aprendo ambiziosamente le porte alle nuove costruzioni.

Paradossalmente è possibile pensare al rilancio della tecnologia del crudo nelle abitazioni civili e negli edifici pubblici alessandrine partendo a ritroso da un’ultima dimora, un affascinante “vaso di terra” contenente le spoglie dei suoi abitanti, cum mortuis in lingua mortua.

  

pressa

— pressa manuale per blocchi BTC —

formazione blocco

— blocco appena preparato —
blocchi
— confezionamento dei blocchi su bancali pronti per il trasporto —


AVANTI